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CARBOX. Il trasporto container con destinazione mondo

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Nata come un esperimento in seno a Tarros Spa, il colosso del trasporto marittimo con una storia centenaria alle spalle, CarBox in 20 anni di attività è diventata un attore di tutto rispetto nel settore del trasporto container su gomma. Anche su trattori Volvo Trucks, naturalmente.
CarBox è di proprietà di Tarros Spa, un gruppo di 28 aziende e due secoli di storia che opera in tutti i segmenti della logistica.
CarBox è di proprietà di Tarros Spa, un gruppo di 28 aziende e due secoli di storia che opera in tutti i segmenti della logistica.

Nei suoi primi 20 anni CarBox si è trasformata da giovane start-up in un’azienda con numeri a tre cifre: 160 dipendenti, 120 mezzi propri, 150 semirimorchi, 250 trasporti al giorno. Per un carico annuo di circa 100 mila teus, equivalenti a quasi 4 milioni di m3 di ingombro totale.

CarBox è di proprietà di Tarros Spa, un gruppo di 28 aziende e due secoli di storia che opera in tutti i segmenti della logistica, collegando 16 paesi, 31 porti e 450 milioni di abitanti dell’area mediterranea.”

“Nel 2000 eravamo una società di pura intermediazione, nel 2007 abbiamo iniziato ad acquisire mezzi di proprietà e ci siamo dati un’identità più marcata”, racconta Silvano Maggi, Managing Director e co-fondatore di CarBox. “Nel 2013 abbiamo affiancato alla sede storica di La Spezia quella di Genova, qualche anno più tardi abbiamo aperto la filiale operativa di Venezia, pochi mesi fa è stata la volta di Napoli. Dai porti che presidiamo partono e arrivano i container da e per il mondo.”

La società si occupa al 100% di trasporto di container marittimi, un settore con dinamiche particolari. Oltre alla merce, chi trasporta container carica anche una parte di proprietà di qualcun altro. Questo significa che l’incarico non finisce con l’arrivo a destinazione: una volta svuotato il carico, il trasporto non si riorigina, perché il container vuoto deve essere portato nel luogo indicato dal proprietario, che può essere un deposito o addirittura riportato indietro. La gestione è quindi totalmente diversa rispetto al trasporto tradizionale, con tariffe per esempio calcolate sul rimorchio e sul ritorno. Si ha sempre a che fare con due soggetti, merce e container.

Dei 120 mezzi di proprietà di CarBox, 30 sono FH16. Una collaborazione iniziata soltanto lo scorso anno, come racconta Silvano Maggi: “Inspiegabilmente, non avevamo mai preso in considerazione Volvo Trucks. Eppure ci hanno colpito fin dal primo contatto: sono stati da subito i più reattivi e i più attenti alle nostre esigenze. Si sono messi a nostra disposizione, abbiamo svolto insieme un lavoro preziosissimo, grazie anche alla collaborazione della Concessionaria Volvo Trucks Vip-One Srl.

La trattativa non è mai solo una questione di costo, abbraccia il post-vendita, la configurazione del mezzo, i tempi di consegna, le possibilità di finanziamento. Volvo Trucks è stata una piacevole scoperta anche in termini di tecnologia, guidabilità, consumi. E naturalmente per l’altissimo standard di sicurezza”.

I nuovi veicoli sono stati acquistati con un contratto di manutenzione programmata, anche per sgravare l’officina interna, che può in questo modo dedicarsi alla manutenzione dei semirimorchi.

La percorrenza media dei mezzi è di 550 km e in genere sono sostituiti ogni 850 mila km. I veicoli più vecchi spesso vengono impiegati nell’attività portuale che CarBox svolge a La Spezia, per la quale sono richiesti spostamenti brevi.

“Quest’anno abbiamo raggiunto con grande orgoglio un risultato importante, ovvero l’apertura della sede di Napoli, un traguardo che solo un anno fa sembrava molto lontano”, continua Silvano Maggi. Da qui anche il cauto ottimismo riguardo al futuro: l’impatto della pandemia si è sentito solo all’inizio e in minima parte, ed è comunque stato ben assorbito da una Compagnia abituata a muoversi in un contesto internazionale. “I nostri container sbarcano dagli Stati Uniti all’Australia, oggi per esempio dobbiamo fare i conti con il periodo di fermo che tradizionalmente precede le presidenziali americane, mentre nel Mediterraneo abbiamo a che fare con la svalutazione della lira turca”, conclude Silvano Maggi. “Nel 2021 lavoreremo sui processi interni e sulla digitalizzazione, per ottimizzare il flusso delle informazioni e la trasmissione dei dati e prepararci sempre meglio alle sfide di domani”.