Il viaggio nel lessico del camionista oggi ci porta a conoscere meglio una parola particolare, poco utilizzata e conosciuta da chi non frequenta il nostro ambiente, ma per noi così importante da comparire nel nome del sito in cui vi trovate in questo momento.
Truck è un termine inglese che significa precisamente camion. I vocabolari riportano poi altre accezioni, secondo cui la parola si riferisce a furgoni e furgoncini, oltre a essere utilizzata in una vasta gamma di termini composti per indicare specifici mezzi di trasporto (come per esempio “fire truck” per indicare l’autocarro utilizzato dai pompieri, o “delivery truck” come sinonimo di camion per le consegne).
Deriva con buone probabilità dal latino “trochus”, che significa cerchio, ruota, passando per il termine del medio inglese “trokell”.
Dopo alcuni tentativi di far muovere in autonomia i veicoli per il trasporto della merce tramite motori a vapore, la svolta avviene con l’avvento del motore a scoppio, alla fine dell’Ottocento. Convenzionalmente si indica come primo truck il modello nato in Germania nel 1896: le ruote e il meccanismo frenante erano quelli di una carrozza, ma il movimento avveniva grazie a un motore bicilindrico di sei cavalli di potenza che permetteva di raggiungere i sedici chilometri orari. Si tratta del primo veicolo adibito al trasporto che non utilizza una motrice animale.
Autocarro, camion, truck: tre modi di dire la stessa cosa. Il termine italiano è sempre più in disuso, mentre il secondo, di origine francese, è ancora quello più utilizzato, e deriva dall’antico termine “chamion”.
Il primo utilizzo della parola inglese è stato registrato nel 1611, in riferimento alle piccole ruote sulle carrozze cannone delle navi. Nei secoli il termine è stato utilizzato in riferimento ai carrelli per il trasporto di carichi pesanti, mentre il suo primo utilizzo come sinonimo di autocarro pare risalire al 1901, solo cinque anni dopo la comparsa del primo autocarro.
L’attuale utilizzo del termine inglese anche dai parlanti in lingua italiana, specie se addetti ai lavori o comunque in qualche modo interessati al mondo dei trasporti pesanti, ha due motivi principali: l’uso sempre più ampio di vocaboli british, specie di ambito tecnico, e la sua estrema brevità, la facilità di pronuncia anche da parte dei non anglofoni.
Il truck più costoso al mondo è un Volvo FL da 17 tonnellate con una motrice da dieci metri di lunghezza per due e mezzo di larghezza e oltre tre e mezzo di altezza. La superficie esterna, di circa ottanta metri quadri, è stata interamente aerografata da Banksy, e la sua quotazione è stimata tra il milione e mezzo e i due milioni di dollari.
Sul mercato si stanno affacciando le prime versioni elettriche: si tratta di modelli con pacchi batterie da 550 kWh e potenza massima intorno ai 730 CV. L’autonomia dovrebbe essere consentita per 400 chilometri, e per raggiungere l’ottanta per cento della ricarica occorreranno novanta minuti.
Sono innumerevoli i film dedicati ai trucks, da Black Dog del 1998 a Convoy, di vent’anni più vecchio, passando per Over the Top con Sylvester Stallone. Ma nell’immaginario collettivo di tutti, amanti o meno dei mezzi di trasporto pesanti, rimangono indelebili le scene di Duel, pellicola di culto di Spielberg del 1971 con Dennis Weaver nei panni di David Mann, e di "Il bestione", film del 1974 di Sergio Corbucci con Giancarlo Giannini nei panni di un camionista siciliano.